L'APPROCCIO CON I MINORI DETENUTI
PRIMA...

- l'una di ENTUSIAMSO, di voglia di entrare e scoprire quel mondo del sommerso...di cui poco si conosce, e del quale, le cronache giornalistiche, spesso, aprono uno spiraglio in occasione di approfondimenti legati a "casi medatici", piuttosto che per una specifica finalità informativa.
- l'altra di TIMORE, legato all'utenza del tutto particolare con cui avrei dovuto interagire...
si tratta comunque di persone che hanno commesso reati di diverse gravità e tipologie.
...DURANTE...
l'Entusiasmo mi ha sempre accompagnata durante lo svolgersi dell'esperienza, il timore invece, ha ceduto il passo al coinvolgimento, all'ascolto, alla messa in discussione personale.
Ma anche, alla scoperta di minori segnati da percorsi esistenziali tortuosi, paradossalmente "ricchi" di "povertà" e di "assenze":
- assenze relazionali,
- assenze di adulti di riferimento significativi,
- più in generale privi di famiglie (frammentate da litigi, abusi a più livelli...),
-mancanza di "contesti sani" (ambiente socio-culturale) capaci di sopperire alle gravi lacune educative familiari...
Le loro paure, i loro bisogni, le loro ambizioni, sono quelle tipiche dei ragazzi "fuori le sbarre":
- hanno paura dell'abbandono, (della famiglia, della fidanzata, degli amici...);
- desiderano essere "alla moda": proprio come la grande maggioranza degli adolescenti (cappellini griffati, scarpe di tendenza, t-shirt indossata dal cantate x...;
- sono ambiziosi: c'è chi vuole diventare pizzaiolo, chi insegnante, chi addirittura poliziotto...!
in considerazione) in quanto, in un contesto prevalentemente caratterizzato dalla componente "maschile", e capace di mettere a nudo le proprie fragilità personali, la donna viene investita anche da ASPETTATIVE "MATERNE" ...(di ascolto, richiesta di consigli...).
Questo accadeva con me, ma credo di poter affermare la stessa cosa anche per altre figure femminili presenti (mediatrice culturale, educatrici...) .
il rapporto che si è instaurato con i minori, si è basato sul RISPETTO reciproco, infatti non ho incontarto particlari difficoltà relazionali.
Questi ragazzi, individuano le paure dei propri interlocutori, ancor più se quest'ultimi tentano di nasconderle, è quindi imporatante essere una persona capace di infondere sicurezza, e capace di mantenere self control, in questo modo è più facile ispirare in loro il desiderio di aprirsi al dialogo.
In generale la strategia comunicativa che ho adottato è stata quella di PORMI IN ASCOLTO, (piuttosto che porre domande) ceracando poi, di dare loro una restituzione di valore.
DOPO...
Ciò che mi rimane di questi ragazzi, è che non sono altro ragazzi, nel pieno dell' adolescenza... con le loro incertezze e le loro difficoltà, connesse alla costruzione della propria identità, identità che, già ha conosciuto circuito del il sistema penale...
Proprio per questo, devono lavorare molto su se stessi, per avviare un FECONDO processo di CAMBIAMENTO e per essere autori di un'AUTENTICA RINASCITA.
È stato interessante leggere questo Blog che mi ha aperto gli occhi su un mondo che non conoscevo. Immagino che la tua esperienza ti abbia messa alla prova ma il tuo entusiasmo traspare dalle righe che ho letto. Grazie Paola e buona fortuna!
RispondiEliminaÈ stato interessante leggere questo Blog che mi ha aperto gli occhi su un mondo che non conoscevo. Immagino che la tua esperienza ti abbia messa alla prova ma il tuo entusiasmo traspare dalle righe che ho letto. Grazie Paola e buona fortuna!
RispondiEliminaGrazie per il tuo commento Selina!Sono lieta che il blog sia di tuo interesse.
RispondiEliminacerto, ogni esperienza ci offre la possibilità di conoscerla e di conoscer-ci durante l'esperienza stessa!
sarebbe uno spreco non sfruttare ogni attimo per crescere e conoscerci, soprattutto in un contesto del tutto nuovo ed estrememente normato... "carpe diem"!!!:)