L'Educatore
Ciao e......... Ben trovati!
Il viaggio che ci sta guidando alla conoscenza delle professionalità che incontra un minore all'interno di un Istituto Penitenziario Minorile, ci sta insegnando che sono molteplici, ognuna con il suo specifico ambito di pertinenza (sanitario, pedagogico...).
L'Educatore è un petalo di questa rosa, e in questo contesto viene qualificato come "Funzionario della Professionalità Pedagogica" (F.P.P) .
Perchè incontriamo questa figura in un carcere minorile?!?
Vi do un suggerimento di tipo normativo.....ART.27 della Costituzione, ricordate?"la pena deve tendere alla rieducazione...." come detto e sottolineato in uno dei primi post introduttivi!
Non vi elenco tutte le attività che lo vedono partecipe e le mansioni che gli competono, poichè rischierei di essere noiosa e poco efficace.
Ma vi rendo partecipi delle molteplici dinamiche in cui un educatore è implicato e di cui ho preso parte in qulità di tirocinante e, durante le quali, ho avuto un ruolo di osservatrice partecipante.
-
colloqui di sostegno con i detenuti, soprattutto prima e
dopo possibili eventi critici (colloqui visivi o telefonici con
familiari, udienze…);
-
ascolto delle richieste del minore e, se possibile, loro
soddisfazione (es: chiamare la madre del minore al fine di far
recapitare allo stesso vestiario o pecunia);
-
colloqui di primo ingresso in IPM, il quale è finalizzato a
comunicare al minore dove si trova (anche tramite l’uso di una
cartina geografica), per quanto ci rimarrà e si cerca di attivare tempestivamente i contatti con l’esterno, più nello specifico con la
famiglia e l’avvocato difensore (viene chiesto se si desidera scrivere una
lettera e/o ricevere qualcuno ai colloqui visivi e/o sentire qualcuno
ai colloqui telefonici), l’educatore aiuta il detenuto a compilare
l’Istanza per i colloqui visivi/telefonici. Viene spiegato chi sono
le figure che incontrerà (personale medico, insegnanti, operatori,
polizia penitenziaria, attività che sono proposte…). Durante il
colloquio si cerca di rassicurare il minore, vengono spiegati quali
sono i suoi diritti e i suoi doveri (viene consegnata La
carta dei diritti e dei doveri dei minorenni che incontrano i servizi
minorili della giustizia in lingua lui comprensibile), come il
diritto a praticare la propria religione, a proseguire gli studi e la
formazione, a richiedere un regime alimentare particolare e
solo per citarne uno, il dovere di rispettare i luoghi e le persone;
colloqui nel Centro di
Prima Accoglienza al minore colto in flagranza di reato, per
dare lui sostegno, per cercare di reperire informazioni in merito
alla sua persona (dati anagrafici), situazione scolastica e
socio-demografica, composizione familiare, percorso migratorio,
motivi del reato; si chiedono ai minori se possono fornire i recapiti
telefonici dei familiari in modo da avviare quanto prima contatti con
gli stessi. Inoltre il colloquio si propone di far capire al minore
dove si trova, per quale ragione (il C.P.A non è un carcere, ma solo
un luogo in cui sei ospitato in attesa dell’Udienza di
Convalida) e per quanto ci rimarrà ( max 96 ore), si invita il
ragazzo a non farsi del male e a non tentare di fuggire;
- osservatrice nelle equipe multidisciplinari, e in alcuni casi,
aiuto-relatrice delle stesse;
- equipe multidisciplinari ah hoc (Assistente sociale, Psicologo, educatore,
psicoterapeuta) per il progetto educativo individualizzato (P.E.I) di
un minore, in seguito condiviso con la famiglia, l'avvocato di fiducia,
e infine, con il minore destinatario del progetto;
- Partecipazione alle giornate dedicate
all’ingresso delle scuole superiori all’interno dell’IPM
in seno al progetto “Voci di dentro, voci di fuori”
percorso di educazione alla cittadinanza basata sul confronto attivo
tra studenti degli Istituti superiori della provincia e i ragazzi
detenuti.
- Condivisione delle note informative/relazioni di aggiornamento
che vengono redatte sulla situazione intramuraria del detenuto.
Queste, alcune tracce di esperienze che ho vissuto e che mi hanno resa una persona più ricca sotto il profilo formativo e personale. Ciò di cui non vi ho ancora parlato infatti è lo spessore morale, culturale professionale ed umano che ho colto nelle persone con cui mi sono relazionata...i diversi stili comunicativi cui mi sono imbattuta...le mie modalità partecipative... è stato un vero viaggio di conoscenza a più livelli ma, in definitiva, anche di me stessa!!! calata in un contesto inedito, retto da dinamiche, anche gerarchiche, che avevo conosciuto solo nei manuali.
alla prossima!
Paola