mercoledì 31 agosto 2016

ISTITUZIONE TOTALE

...sapevate che il carcere è...

 un'ISTITUZIONE TOTALE

questa definizione è stata coniata da

Erving GOFFMAN  

egli spiega il significato sottostante a questa definizione, in apertura di "Asylums"...

"Un'istituzione totale può essere definita come il luogo di resistenza e di lavoro di gruppi di persone che - tagliate fuori dalla società per un considerevole periodo di tempo - si trovano a dividere una situazione comune, trascorrendo parte della loro vita in un regime chiuso e formalmente amministrato. 
Prenderemo come esempio esplicativo le prigioni nella misura in cui il loro carattere piú tipico è riscontrabile anche in istituzioni i cui membri non hanno violato alcuna legge. Questo libro tratta il problema delle istituzioni sociali in generale, e degli ospedali psichiatrici in particolare, con lo scopo precipuo di mettere a fuoco il mondo dell'internato".

 Ma cos’è una istituzione totale? 

Goffman indica con questa definizioni non solo le CARCERI ed i MANICOMI, ma tutti gli Istituti nei quali di norma non si accede per libera scelta personale.
 “Uno degli assetti sociali fondamentali nella società moderna è che l’uomo tende a dormire, a divertirsi e a lavorare in luoghi diversi, con compagni diversi, sotto diverse autorità.... Caratteristica principale delle istituzioni totali può essere appunto ritenuta la rottura delle barriere che abitualmente separano queste tre sfere di vita. 
Primo, tutti gli aspetti della vita si svolgono nello stesso luogo e sotto la stessa, unica autorità. Secondo, ogni fase delle attività giornaliere si svolge a stretto contatto di un enorme gruppo di persone, trattate tutte allo stesso modo e tutte obbligate a fare le medesime cose. Terzo, le diverse fasi delle attività giornaliere sono rigorosamente schedate secondo un ritmo prestabilito…
Per ultimo, le varie attività forzate sono organizzate secondo un unico piano razionale, appositamente designato al fine di adempiere allo scopo ufficiale dell’istituzione”.





2 commenti:

  1. Ma in qual degli aspetti che stai trattando inseriresti la certezza della pena? Anche se forse sarebbe meglio parlare di mancanza di certezza della pena? Non ci si sente derisi nel momento in cui chi delinque è consapevole che rimarrà impunito ed ogni sforzo da parte della polizia risulta inutile? Per non parlare di raggiri per poter avere una minor pena,tu stessa (che non hai nessun potere in merito) sei stata "raggirata" dai detenuti, hanno infatti sfruttato le tue emozioni.
    Consiglio la lettura della tesi specialistica presso l'Università degli Studi di Trento della Dott.ssa Giorgia Oss, "Certezza della pena e trattamenti rieducativi:un contrasto insanabile?"

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  2. - Ringrazio per il consiglio fornitomi, lo apprezzo e sento che proviene da una/o specialista del settore.
    Mi chiedo...:
    - Cosa, e in che modo potrei essere stata "raggirata"?
    - Perchè, "infatti" hanno sfruttato le mie emozioni? da cosa si evince?
    - in merito alla CERTEZZA DELLA PENA...vorrei risponderti con un post ad hoc, e, ringrazio anticipatamente per aver sollevato questa DELICATA ma al contempo PUNGENTE questione...perchè si tratta proprio di un ossimoro!

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