sabato 27 agosto 2016

Lo Psicologo

Quando un minore entra nel carcere viene garantito lui un servizio di sostegno psicologico.
In un primo colloquio conoscitivo, viene generalmente sondato qual'è lo stato d'animo provato dal detenuto conseguente all'ingresso in Istituto e si cerca di capire se vi sono fattori di evidente alterazione psichica tali da indurre ad istituire la Grande Sorveglianza. Fattori che potrebbero indurre il minore a compiere gesti estremi come: atti autolesionistici (tagli, pugni scagliati contro il muro...) e/o suicidiari. L'agente di polizia penitenzaria preposto, avrà pertanto il compito di vigilare 24 ore su 24 il detenuto. Spesso purtroppo, i minori che entrano nel circuito penale hanno problemi legati alla dipendenza da sostanze stupefacenti, piuttosto che alcoliche. Si tratta di detenuti aventi esigenze del tutto particolari, in quanto oltre alle difficoltà legate alla carcerazione (paura, smarrimento...) si sommano le conseguenze correlate all'astinenza psico-fisica da sostanze appunto.
In questi casi, ove possibile, intervine lo psicologo del Serd (Servizio per le dipendenze), per agire in maniera ancor più competente.
Il carcere in definitiva, offre a questi minori in crescita, adulti di domani, cure, ascolto e sostegno, con l'arduo e lungimirante obbiettivo di rernderli persone libere, risocializzate quindi reinserite nel tessuto sociale.
....nel prossimo post vi presentrò una nuova figura professionale...del tutto particolare... vi do solo tre indizi per scoprire di chi si tratta...
come indizio vi fornisco le loro preziose parole d'ordine: Rispetto, Dialogo e Buon senso.
a domani! Paola

 

 

2 commenti:

  1. Ciao Paola, trovo molto interessante questo blog, fornisce parecchi spunti di riflessione. In merito ai giovani da curare/ascoltare/e sostenere, credo sia giusto dare loro una "seconda" possibilità, ma credo sia anche molto difficile per loro tornare ad una vita "normale". Una infanzia/adolescenza segnata da eventi poco piacevoli condiziona la vita intera. Quel che più mi dispiace è che la maggior parte delle volte, il malessere interiore del minore non è voluto, ma creato da una situazione familiare poco buona.

    Ciao
    Daniele

    RispondiElimina
  2. Daniele ti ringrazio per il commento!
    Molto di quanto sostieni trova riscontro scientifico (studi psicologici) tuttavia se non concedessimo una "possibilità" non potremmo mai scoprire se, lo stesso soggetto, adeguatamente aiutato e sostenuto, può cambiare, anche schemi assodat! i i quali, mai posti al vaglio critico, sono sempre stati assunti come "normali".

    RispondiElimina